La laurea di Gianluca Zanda, un orgoglio per tutto l'Ateneo di Sassari

Gianluca Zanda_Università di Sassari

A volte le belle notizie fanno più rumore di quelle cattive. Ѐ raro, ma succede. Ѐ questo il caso della laurea conseguita pochi giorni fa da Gianluca Zanda, che ha discusso all’Università di Sassari una tesi intitolata “Produzione di latte in estate con pecore destagionalizzate nell’azienda F.lli Zanda di Villamassargia” (relatore prof. Antonello Cannas). Nonostante sia affetto dalla sindrome di Pkan – rara patologia neurodegenerativa che gli ha sottratto la capacità di parlare – il neodottore di Desulo si è laureato in Scienze agro-zootecniche con 110 e lode, prendendo “in prestito” la voce della cugina Francesca Lai. Gianluca, che ha 23 anni e si è iscritto all’Università di Sassari nell’anno accademico 2020/2021, ha accettato di rispondere a qualche domanda su questo suo grande successo che è motivo di orgoglio per tutto l’Ateneo.

Come è cambiato il suo metodo di studio dopo la diagnosi?

La malattia è iniziata nel 2019 con i movimenti della mano, quindi non riuscivo a scrivere. Quando ero alle superiori prendevo i miei appunti a lezione, a casa davo un’occhiata e riuscivo a cavarmela con ottimi voti. Una volta subentrata la malattia, è diventato tutto un po’ più difficile perché per uno studente universitario è fondamentale prendere appunti. Quindi registravo le lezioni e le trascrivevo al computer, però c’è stato un nuovo ostacolo: io non riesco a studiare dalla scrittura del computer perché ho una memoria fotografica. A questo punto mi ha aiutato mia madre attraverso la sua scrittura. A maggio 2022 perdo totalmente l’uso della parola e anche quello è stato un duro colpo; tuttavia ho superato anche questo ripetendo tutti i concetti nella mia testa. Al terzo anno, tra visite varie, non ho potuto frequentare, poi al IV anno (cioè questo) ho imparato con grande difficoltà anche ad avere un rapporto di memoria fotografica con la scrittura del computer. Da lì fortunatamente è stato tutto in discesa.

Come mai ha scelto sua cugina come alter ego?

L’ho scelta perché siamo molto legati e abbiamo un rapporto di amicizia reciproca bellissimo, ma anche e soprattutto perché è una persona che crede molto in me e io questo lo apprezzo tantissimo. Le altre persone che mi sono state accanto in questo percorso sono stati, oltre ai parenti, gli amici, che hanno compreso il mio stato di salute e mi hanno aiutato anche nei periodi in cui credevo di non farcela.

I professori e il personale dell’Università di Sassari l’hanno supportata durante il percorso? 

Sì, in modo impeccabile. Mi sono trovato davvero bene.

A chi dedica la sua tesi?

A me stesso e soprattutto alla mia malattia.

Nelle interviste precedenti ha dichiarato di non voler essere sopraffatto dalla malattia, possiamo dire che ci è riuscito brillantemente?

Sì, possiamo dirlo. Poi io ho una particolarità: se voglio ottenere qualcosa non mi arrendo finché non la raggiungo. Ora il mio prossimo obiettivo è la laurea magistrale. In futuro potrei fare il docente nelle scuole o, perché no, all’Università, se guarisco del tutto.

Ha fiducia nella ricerca scientifica?

Ho molta fiducia nella ricerca scientifica e spero che trovino subito una cura. Mi auguro che con questo caos mediatico qualcosa si muova.

Valentina Guido