Il mercato di tipo concorrenziale necessita di una doppia struttura normativa: regole del mercato, nel senso delle direttrici entro le quali può svolgersi l’attività dei singoli soggetti operanti in quello specifico luogo geografico e giuridico, e regole nel mercato, nel senso di regole che disciplinano all’interno dei confini individuati i rapporti tra soggetti operanti in quel determinato, specifico, luogo geografico e giuridico.
Le due strutture normative non sono comunicanti e l’eventuale violazione da parte di un soggetto delle regole del mercato, legittima gli altri partecipanti a sollevare la questione provocando l’intervento dell’autorità preposta alla riconduzione entro i confini l’attività dell’inadempiente ma, e in alcun modo, incide direttamente sulle loro situazioni giuridiche soggettive svolgentisi e disciplinate, appunto, in altro ambito normativo.
Distinte le due strutture normative, trattasi di valutare l’incidenza delle regole del mercato sul benessere degli operanti nel mercato, posta la loro non omogeneità di giudizio e scarsa consapevolezza dell’incidenza del singolo atto gestorio del proprio patrimonio sull’assetto a lungo termine dello stesso.
In altri termini: l’autoregolamentazione dei propri interessi è vero strumento per il raggiungimento del benessere in un sistema capitalistico?