INTERVISTA A NICOLETTA PINNA, STUDENTESSA DELL'UNIVERSITÀ DI SASSARI E VOLONTARIA ALL'EXPO 2020 23 Maggio 2022 Nicoletta Pinna, studentessa di lingue e letterature straniere per la mediazione culturale e la valorizzazione del territorio dell’Università di Sassari, è stata una volontaria dell’Expo 2020 a Dubai. Per questo motivo l’abbiamo intervistata per conoscere e raccontare il suo punto di vista e le sue impressioni, che potrebbero sicuramente rivelarsi molto utili agli studenti e alle studentesse che vorranno provare in futuro la sua stessa esperienza.Di seguito l’intervista.Quali sono le tue impressioni riguardo questa esperienza come volontaria a Expo 2020? Quali sono stati i momenti più interessanti, divertenti e anche faticosi che hai vissuto? Raccontaci un po’.Expo 2020 è stata un’esperienza unica nel suo genere, perché mai avrei pensato di poter lavorare nel team di Padiglione Italia nell’ambito di una esposizione universale, specie questa che si è svolta a Dubai, primo paese arabo ad aver ospitato una manifestazione simile: la più grande esposizione universale della storia con la più alta partecipazione di paesi provenienti da tutto il mondo, ben 192.È stato bello uscire per la prima volta per un periodo di tempo così prolungato (tre mesi) dopo la pandemia, e di aver potuto svolgere il mio tirocinio curriculare in Expo 2020.Non nego che sono stati tre mesi molto intensi, con dei ritmi a volte un po’ incalzanti, ma che mi hanno regalato a livello esperienziale davvero tanto.Tra i momenti più divertenti sicuramente rientra la visita ai vari padiglioni di Expo, dove ci distinguevamo sempre con la nostra divisa. Abbiamo esplorato tutto ciò che sta offrendo il mondo in termini di innovazione, sostenibilità e opportunità.Un altro momento molto significativo è stato quello in cui ho avuto l’opportunità di immaginare, realizzare e moderare un evento tutto mio, in collaborazione con l’Università di Sassari, il Parco Regionale di Porto Conte, il Parco Nazionale dell’Asinara, l’azienda sarda Tolo Green, il Presidente di Borghi più belli d’Italia (Sardegna) sul turismo e sostenibilità ambientale, temi che mi sono molto cari.Tra gli aspetti più belli, e per nulla scontati, rientrano sicuramente l’intesa e la coesione che si sono instaurate all’interno del gruppo di lavoro, e che rimane tutt’ora tra i volontari, tutti studenti universitari provenienti dalle diverse Università italiane. Come sei venuta a conoscenza della possibilità di far parte del gruppo di volontari? Quali sono stati i passaggi che hai dovuto percorrere per arrivare a diventarlo?Avevo partecipato ad un bando (trovato nel sito Uniss) riguardo la possibilità di svolgere un tirocinio presso un Istituto Italiano di Cultura, Ambasciata o Consolato Italiano all’estero, tirocinio promosso dalla MAECI-CRUI.Una volta completata l’iscrizione al loro sito ho trovato poi il bando per volontari ad Expo 2020.I passaggi che ho dovuto percorrere sono stati i seguenti:- Compilazione dei dati anagrafici - Curriculum vitae con formazione di base, conoscenza delle lingue, conoscenze informatiche, tirocini, esperienze lavorative- Curriculum universitario con tutte le informazioni relative all’ateneo e al mio corso di studio, esami sostenuti con relativi voti e media di 25/30.- Redazione di una lettera motivazionale L’Università ha avuto un ruolo nell’informarti e coinvolgerti verso questa esperienza? In che modo ti è stata di supporto?È stata proprio l’Università a chiamarmi per informarmi dell’avvenuta selezione al bando. Inoltre si è resa subito disponibile offrendomi un rimborso sull’assicurazione sanitaria e sui trasporti locali (entrambi a mio carico).§ Come descriveresti una tua giornata tipo a expo? Che genere di mansioni svolgevi?Mi alternavo con gli altri volontari per presentare la visita guidata del percorso espositivo del Padiglione Italia. I tour si dividevano in due categorie: quelli ordinari, rivolti a tutti i visitatori, e i grand tour, rivolti a ministri, influencer, sceicchi della famiglia reale, direttori di aeroporti, musei, ambasciate, consolati, attori e personaggi dello spettacolo italiani e non.Ci sono state poi delle attività di presentazione pubblica, in qualità di speaker e moderatrice di eventi a carattere culturale e formativo che si sono svolti all’interno del Padiglione Italia e che hanno previsto il coinvolgimento attivo e diretto dei visitatori nazionali e internazionali (anche online).Inoltre, all’interno del Padiglione sono stata di supporto al gruppo della regia per l’organizzazione degli eventi. Ho avuto la possibilità di assistere alla creazione di un evento sin dalle prime fasi, interfacciandomi con i relatori e organizzando la stesura della scaletta e tutta la parte tecnica Essendo un’esperienza di volontariato molto lunga e non retribuita cosa ti ha spinta a voler partecipare?Mi ha spinto sicuramente la mia voglia di mettermi in gioco dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia e la mia voglia di conoscere il mondo, di sfruttare un’opportunità che non capita tutti i giorni, specialmente se si considera che Expo è un’esposizione che si svolge ogni 5 anni. È un’esperienza di volontariato non retribuita in termini economici ma che ero sicura mi avrebbe arricchito tantissimo umanamente e professionalmente, vista la portata globale dell’esposizione. Quali sono le caratteristiche necessarie, sia a livello personale che professionale che, secondo te, dovrebbe avere un/una volontario/a per affrontare questo tipo di esperienza?Si dovrebbe essere aperti alle novità, disposti a vivere per tre mesi in un paese diverso dal proprio, immersi in una cultura con abitudini e ritmi totalmente estranei a quelli cui si è normalmente abituati, curiosi verso ciò che non si conosce. Un volontario dovrebbe aver voglia di mettersi in gioco, essere pronto alla dinamicità di un lavoro che accanto ad aspetti di routine può riservare imprevisti improvvisi che richiedono risoluzioni immediate, spesso date alla capacità di inventiva e intraprendenza personali.A livello professionale è indispensabile conoscere l’inglese, ed è utile anche conoscere altre lingue, essere interessati a ciò che succede nel mondo e studiare (era uno dei criteri di ammissione) nel campo delle relazioni internazionali, linguistico, turistico, di comunicazione. Cosa ha significato per te rappresentare la Sardegna a expo 2020?Quando ci è stata proposta la possibilità di organizzare un evento al Padiglione Italia ho subito avuto le idee chiare: quell’evento per me avrebbe significato portare la mia Sardegna ad Expo 2020.Io ho studiato alla triennale Mediazione Linguistica e Culturale e alla magistrale ho voluto proseguire con il ramo turistico, con un’attenzione particolare al territorio.Ho anche seguito un corso in digital marketing turistico, con focus sulla Sardegna, proprio perché, soprattutto in questi ultimi anni si è fatta sempre più evidente in me la voglia di valorizzare la mia terra, ed averla portata in un contesto internazionale come quello di Expo 2020 a Dubai mi ha resa orgogliosa e sempre più convinta di voler lavorare per la mia Isola e nella mia Isola. Ora che questa esperienza è giunta al termine, ti sentiresti di consigliarla a studenti o studentesse che volessero provare a parteciparvi in futuro? A questo proposito c’è qualche suggerimento che vorresti dare loro?Assolutamente sì. È stata un’esperienza fantastica e nonostante a volte il lavoro fosse faticoso, posso dire che sia stato abbondantemente ricompensato in termini di crescita sia a livello umano che professionale.Il mio consiglio è quello di buttarsi in questo tipo di esperienze e viverle appieno, dando tutto se stessi e sfruttandole per conoscere il mondo.Inoltre suggerisco di sfruttare l’opportunità di svolgere un tirocinio curriculare, perché apre al mondo del lavoro ancora prima della laurea, aiutando anche a chiarirsi le idee su ciò che si vuole fare dopo. Ciò che hai appreso durante il tuo percorso universitario in questi anni pensi ti sia servito e ti abbia fornito delle basi utili per affrontare questa esperienza?Assolutamente sì. Ciò che ho studiato nelle materie economico - turistiche e nelle lingue mi ha dato le basi per comunicare e capire le varie dinamiche interne all’expo; penso anche all’esame di geografia economica, che mi è servito per comprendere le dinamiche globali degli ultimi anni.Un altro aspetto della vita universitaria che mi ha aiutata molto è stata l’esperienza della rappresentanza studentesca. Essermi interfacciata in questi anni con professori e colleghi mi ha aiutata tanto nell’acquisire conoscenze e competenze che poi ho utilizzato anche ad Expo. Infine, dal punto di vista dell’orientamento professionale, credi che l’esperienza a Expo ti sia stata d’aiuto per capire che tipo di futuro vorresti per te stessa?Si. Sicuramente mi ha permesso di allargare gli orizzonti; penso mi abbia offerto una possibilità più ampia di scelta anche per il mio futuro: vedere da vicino ciò che bolle in pentola nel mondo circa l’ambiente, la tecnologia, l’innovazione, temi sempre più decisivi per l’immediato futuro, mi spinge ancora di più ad interessarmi della mia Isola, così antica e affascinante; penso che la Sardegna abbia tanto da offrire in termini di storia, ambiente, tradizioni, turismo rurale, ma che necessita di strumenti adeguati per essere immessa nel flusso di un mondo in continua trasformazione, senza perdere quelle radici che, nel caso della Sardegna, affondano in un passato mitico.Aver vissuto in una città come Dubai per tre mesi, centro di scambi e relazioni globali, e aver vissuto tre mesi ad Expo, sicuramente mi ha dato tanto. Ho visto e appreso tantissimo su cosa accade nel mondo, cosa gli altri paesi offrono; in cosa gli altri paesi concentrano le loro energie e usano le loro risorse: non sarebbe male portare un po’ di questo mondo, quello più bello e interessante, più utile e costruttivo per tutti, nella nostra Isola.