Attenti al lupo: studio pubblicato su "Science of the total environment" 9 Febbraio 2024 Dei 186 lupi morti recuperati tra il 2018 ed il 2022, e che sono stati sottoposti a necroscopia presso le sedi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna e all’Università di Bologna, ben 115 (61,8%) sono risultati positivi ai test per la presenza di Anticoagulanti Rodenticidi di seconda generazione (ARs). Questi composti, in particolare il Bromadiolone, il Brodifacoum ed il Difenacoum, costituiscono la base dei rodenticidi, il veleno comunemente usato nel controllo di topi e ratti.Inoltre, sia il numero di ARs rilevati, che la loro concentrazione, sono regolarmente più alti in quei lupi che vivono in contesti più antropizzati e sono aumentati a partire dal 2020.Lo studio a cui ha partecipato l’Università degli Studi di Sassari, liberamente scaricabile e pubblicato sulla prestigiosa rivista Science of the Total Environment, indica più cose (foto di Tommaso Nuti). Positività di massa agli anticoagulanti rodenticidi di seconda generazione Esiste una sorta di “positività di massa agli ARs” determinata dalle campagne di derattizzazione. Anche se il controllo dei roditori dovrebbe essere selettivo, uccidendo solo topi e ratti, nella realtà i principi attivi permeano nella catena trofica e arrivano, seppur con dosaggi relativamente bassi, fino ai vertici della piramide alimentare. La dieta dei lupi La dieta dei lupi, soprattutto di quelli più “urbani”, comprende una frazione di prede esposte direttamente o indirettamente agli ARs, come roditori, micromammiferi e forse anche mesopredatori. Le indagini tossicologiche in ambito forense devono necessariamente valutare gli aspetti quantitativi delle molecole rilevate: nella stragrande maggioranza dei casi i lupi positivi ai test non sono morti direttamente da veleno per topi, ma di altre cause. Gli effetti sul sistema immunitario Non è ancora chiaro se e quanto gli ARs di seconda generazione possano incidere sulla fisiologia e sul comportamento dei lupi. Forse, a concentrazioni elevate, i rodenticidi possono indebolire il sistema immunitario di questa specie, o alterarne il comportamento ed esporla a rischi quali le collisioni con gli autoveicoli. Ci sarà da indagare. Science of the Total Environment Lo studio può essere scaricato dal sito della rivista a questo link.Tra gli autori della ricerca, figurano Jacopo Cerri e Marco Apollonio dell’Ateneo di Sassari.