Il corso nel suo insieme appare così strutturato:
Parte A: introduzione alla disciplina e storia degli studi. Preistoria e protostoria germanica. I dati archeologici. I caratteri del germanico e la sua derivazione dall’Indoeuropeo. Germani e Greco-Romani. Le mutazioni consonantiche caratteristiche del germanico comune: la "Legge di Grimm" e "La Legge di Verner". Principali caratteristiche del nordico, del gotico e dell’anglosassone. L’ingresso dei Germani nella storia: la cultura medievale e l’incontro con il Cristianesimo; le invasioni barbariche (Völkerwanderung). Le rune. La religione germanica, il diritto, la poesia. La nascita delle nazioni germaniche: Scandinavi, Goti, Tedeschi, Anglosassoni; la presenza dei Vandali in Sardegna; i Longobardi in Italia.
Parte B: lettura e analisi filologica e stilistica di testi di particolare significato per la lingua nonché per il mondo culturale degli antichi Germani, con particolare riguardo ai Germani del Nord: "Amuleto di Lindholm"; "Corno di Gallehus"; "Bratteata di Skrydstrup"; "Pietra runica di Björketorp"; "Pietra runica di
Rök". "Edda poetica" (Ljóða Edda): "Profezia della veggente" (Völuspá); "Canzone di Reginn" (Reginsmál); "Canzone di Fáfnir" (Fáfnismál). La spiegazione delle kenningar quale inizio della mentalità filologica: Snorri Sturluson, "Discorso dell’arte poetica" (Skáldskaparmál), 6 [39], "Perché l’oro è detto il guidrigildo della lontra". In particolare, i brani relativi a "Profezia della veggente" (Völuspá), "Canzone di Reginn" (Reginsmál), "Canzone di Fáfnir" (Fáfnismál) sono tratti da Piergiuseppe Scardigli (a cura di), "Il canzoniere eddico", Garzanti, Milano 2004, in particolare "Profezia della veggente" (Völuspá), ibid., pp.3-15; "Canzone di Reginn" (Reginsmál), ibid., pp. 195-203; "Canzone di Fáfnir" (Fáfnismál), ibid., pp. 205-215; il brano Snorri Sturluson, "Discorso dell’arte poetica" (Skáldskaparmál), 6 [39], "Perché l’oro è detto il guidrigildo della lontra", è tratto da Snorri Sturluson, Edda. A cura di Giorgio Dolfini, Adelphi Edizioni, Milano 1975, XVIII., pp. 143-145; i restanti materiali, costituiti da iscrizioni runiche di breve respiro, sono presentati all’interno di un PowerPoint. La parte B si svolge in concomitanza con la parte A, configurandosi rispetto alla Parte A ora quale punto di partenza, ora quale occasione di
approfondimento.
Parte C: laboratorio di filologia testuale. La tradizione manoscritta di area germanica: presentazione e riflessione corale guidata dalla Docente su alcuni di studi di caso tratti dalla tradizione manoscritta germanica, a partire in particolare dall’utilizzo di uno strumento esemplare dal punto di vista dei
recenti progressi tecnologici e informatici della filologia testuale, quale l’© Electronic Beowulf. All’interno di questo spazio didattico, caratterizzato, rispetto alle Parte A e Parte B ove prevale la modalità didattica frontale, da un taglio prettamente laboratoriale, si procede al confronto tra una moderna edizione a stampa e in lingua italiana del "Beowulf", quale ad esempio quella a cura di Ludovica Koch per Einaudi, destinata a un pubblico di non specialisti, con alcune edizioni critiche dello
stesso: il linguaggio tecnico della disciplina è se possibile assimilato a partire dall’osservazionediretta del manoscritto e dei testi a stampa a disposizione. La Parte C, quale spazio di riflessione collettiva nonché in linea col taglio laboratoriale che la caratterizza, è concepita rispetto alla Parte A e Parte B
quale momento a sé stante e autonomamente articolantesi, con modalità e tempi concordati dalla Docente con le Studentesse/gli Studenti del Corso ovvero nel rispetto delle tempistiche ed esigenze didattiche di Ateneo.