La nascita e l’affermazione dell’Archeologia Professionale in Italia e in Europa sono state determinate dall’impatto della generalizzata diffusione delle metodologie stratigrafiche, da una visione ormai profondamente interdisciplinare della ricerca archeologica e dalla crescente domanda di indagini archeologiche, per impulso della pianificazione urbanistica e territoriale e delle trasformazioni legislative.
In questo senso, il tema dell’Archeologia Preventiva europea e italiana e della relativa legislazione rappresenterà un cardine di questa parte del Corso, con particolare riferimento al processo di definizione della figura dell’archeologo professionista, nello scenario nazionale e internazionale.
Saranno esaminati inoltre lo sviluppo e i caratteri dell’Archeologia Pubblica (Public Archaeology), con particolare riferimento a tematiche fra loro apparentemente distanti, ma in realtà collegate nel contenitore della “valorizzazione”.
Il complesso e poliedrico tema della “comunicazione” sarà affrontato nei suoi risvolti più recenti costituiti dall’archeologia virtuale, dalla realtà aumentata, anche con lo sguardo della condivisione sociale del patrimonio archeologico.
Archeologia Pubblica significa tuttavia anche lavorare per demolire la visione privatistica dei dati archeologici, che ancora oggi domina tra i ricercatori: il dibattito sugli open data non si risolve nella semplice discussione tra favorevoli e contrari, ma anche interrogandoci sulla qualità dei dati, sulla loro confrontabilità, nella prospettiva di protocolli condivisi tra gli studiosi, senza i quali il concetto stesso di open data viene ad indebolirsi fortemente.
Questi aspetti, nonostante la loro evidente ricaduta pubblica, hanno un legame imprescindibile con l’archeologia professionale e con la crescente consapevolezza teorica delle nuove generazioni di archeologi e mostrano pertanto la obbligatorietà di una discussione congiunta dei due poli del Corso.