International Botanical Congress - Madrid 2024 1 Agosto 2024 Si è svolta a Madrid, dal 21 al 27 luglio 2024, la 20° edizione dell’International Botanical Congress (IBC), organizzata dalla Sociedad Botánica Española (SEBOT) e dal Real Jardin Botanico di Madrid, con il patrocinio del Ministero della Scienza, Innovazione e Università del Governo Spagnolo.A questo importante evento, al quale erano iscritti circa 5.000 botanici da tutto il mondo, hanno partecipato anche 4 docenti e ricercatori dell’Università di Sassari: Giuseppe Brundu e Vanessa Lozano del Dipartimento di Agraria ed Emmanuele Farris e Alfredo Maccioni del Dipartimento di Scienze Chimiche, Fisiche, Matematiche e Naturali.I quattro rappresentanti del nostro ateneo hanno partecipato ai lavori con una serie di contributi orali e poster. Farris e Maccioni, insieme a colleghe e colleghi del CNRS francese (Centro di Ecologia Funzionale ed Evolutiva di Montpellier), dell’Università di Montpellier e del CSIC spagnolo (Istituto Botanico di Barcellona) hanno tenuto una relazione venerdì 26 luglio sull’ibridazione tra ciclamino violetto e ciclamino balearico nella Sardegna nord-occidentale (Fig. 1), in cui si dimostra come quest’area sia un crocevia mediterraneo di processi evolutivi in attivo svolgimento. Inoltre hanno presentato due contributi poster: uno sulla conservazione di una delle 10 specie di piante sarde a maggiore rischio di estinzione, la buglossa sarda (Anchusa sardoa), boraginacea che vive esclusivamente sul sistema dunale della baia di Porto Conte (Alghero) e ha avuto un declino maggiore dell’80% negli ultimi 20 anni (Fig. 2). I due ricercatori, insieme ai colleghi del Centro Conservazione Biodiversità e Banca del Germoplasma dell’Università di Cagliari e ai tecnici del Parco di Porto Conte, hanno presentato i primi risultati di un’azione di conservazione in situ ed ex situ, tutt’ora in corso, per cercare di salvaguardare questa specie unica al mondo. Il secondo contributo poster ha riguardato le dinamiche ecologiche di piccoli arbusti aromatici (rosmarino, elicriso, camedrio capitato) nei processi evolutivi della vegetazione costiera mediterranea (Fig. 3). Insieme a ricercatrici del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari, gli autori dello studio hanno evidenziato il ruolo selettivo dei piccoli arbusti aromatici mediterranei nel condizionare quali altre specie possano insediarsi sotto e intorno alla loro chioma, probabilmente a causa degli olii essenziali che essi producono.Brundu e Lozano, in collaborazione con Flavio Marzialetti (UNISS, Dipartimento di Agraria), hanno presentato un poster (Fig. 4) sulla distribuzione nei diversi habitat regionali delle 640 specie vegetali aliene introdotte volontariamente od accidentalmente in Sardegna (348 casuali, 215 naturalizzate, 77 invasive). Giuseppe Brundu ha inoltre presentato un poster dedicato all’avvio dell’attività del gruppo di lavoro nazionale della Società Botanica Italiana sugli alberi monumentali. Vanessa Lozano ha tenuto una presentazione orale sulla flora segetale delle carciofaie della Sardegna, mettendo in risalto gli aspetti peculiari della presenza di specie aliene neofite ed archeofite in relazione alle modalità di gestione. È importante segnalare che molte delle ricerche svolte in Sardegna e presentate in questo importante palcoscenico internazionale sono state finanziate dall’Unione Europea - NextGenerationEU – Piano Nazionale Resistenza e Resilienza (PNRR) con i National Biodiversity Future Center (NFBC) e/o Ecosistema Innovazione Sardegna (e.INS), ai quali gli autori afferiscono: questo dimostra l’impatto di questi progetti sulla ricerca scientifica e sulle ricadute nel territorio sardo, anche in un contesto internazionale. Foto