Chi ha inventato la medicina? 1 Agosto 2025 Prima dell’uomo, la medicina era già stata inventata. A dimostrarlo è una recente review pubblicata sulla prestigiosa rivista Biological Reviews (Pusceddu et al., 2025), che analizza decenni di studi sul comportamento animale, mettendo in luce strategie complesse ed efficaci adottate da numerose specie per contrastare malattie e parassiti. Il lavoro è frutto della collaborazione tra Michelina Pusceddu del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Sassari e del National Biodiversity Future Center (NBFC), e Michael A. Huffman dell’Istituto di Medicina Tropicale di Nagasaki, in Giappone.Dalle api da miele ai gorilla, passando per uccelli, formiche e altri invertebrati, molte specie mettono in atto pratiche di “automedicazione” o comportamenti che, per funzione e struttura, ricordano quelli adottati nella medicina umana. Alcuni esempi emblematici includono l’uso della propoli da parte dell’ape da miele come antibatterico naturale, l’applicazione di sostanze cicatrizzanti direttamente sulle ferite da parte di alcuni animali e persino interventi che ricordano la chirurgia, come quelli osservati in alcune specie di formiche. Questi comportamenti non richiedono necessariamente elevati livelli cognitivi, ma risultano profondamente influenzati dal contesto ecologico e sociale.Il lavoro si inserisce nel solco di una lunga tradizione di ricerca in entomologia ed etologia condotta presso il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, e in particolare all’interno della Sezione di Patologia Vegetale ed Entomologia (SPAVE). Da anni, SPAVE svolge un’intensa attività scientifica e di trasferimento tecnologico sul territorio sardo, contribuendo allo studio degli insetti utili e dannosi in ambito agricolo, allo sviluppo di strategie di difesa integrata e alla promozione della sostenibilità nei sistemi produttivi. Tra le ricerche più significative in ambito apidologico si ricordano quelle sulle difese comportamentali dell’ape da miele nei confronti di parassiti, patogeni e predatori, in particolare quelle sulla raccolta e utilizzo della propoli, e le risposte collettive messe in atto contro le vespe.Il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari rappresenta oggi un riferimento regionale e nazionale per la formazione di figure professionali nel settore agroalimentare e ambientale, con una forte attenzione alla connessione tra scienza, territorio e innovazione. Le attività del dipartimento, dislocate anche nelle sedi di Nuoro e Oristano, sono orientate a rispondere alle sfide locali attraverso una ricerca applicata e multidisciplinare, che coinvolge studiosi, tecnici e produttori in una logica di cooperazione e impatto concreto.Lo studio pubblicato su Biological Reviews contribuisce dunque non solo a ridefinire le origini della medicina, ma anche a valorizzare l’interconnessione tra comportamento animale, salute, ambiente e cultura scientifica. Un contributo che parte dalla Sardegna ma parla al mondo.