La scuola
L’ingente patrimonio di biodiversità costituito dai microrganismi è essenziale per la vita sulla terra e rappresenta un’illimitata risorsa per lo sviluppo di un gran numero di applicazioni biotecnologiche. Lo studio della biodiversità microbica è uno dei temi chiave della ricerca scientifica e, da decenni, importanti quantità di denaro pubblico e privato vengono investite, a livello mondiale, nell’isolamento, la caratterizzazione e la conoscenza di questo patrimonio. Tuttavia ad oggi in Italia ed in Sardegna non esistono collezioni microbiche che comprendano le numerose specie microbiche di lieviti, batteri, e funghi filamentosi di interesse biotecnologico. L’isolamento geografico della Sardegna ha fatto sì che questa regione conservasse specie vegetali e animali endemiche. Il discorso vale anche per le specie e i ceppi microbici che colonizzano il territorio (a livello di suolo, acque, vegetazione) e, di conseguenza, i prodotti alimentari fermentati. Alcuni di questi presentano caratteristiche di tipicità riconosciute (e sono, per questo, insigniti della Denominazione di Origine Protetta) dovute anche alla microflora che contribuisce alla loro produzione e maturazione.
Conservare e utilizzare la biodiversità microbica autoctona è quindi una azione di fondamentale importanza per favorire, promuovere e attuare lo sviluppo sostenibile in agricoltura,. Ciò può avvenire secondo due vie. La prima della prevede la promozione, lo sviluppo e il mantenimento di collezioni di colture microbiche (creazione di Centri di Risorse Microbiche di interesse Agroalimentare, per esempio) per la conservazione ex situ delle specie e dei biotipi autoctoni, la cui sopravvivenza e peculiarità è minacciata da processi di contaminazione o, addirittura, sostituzione con ceppi selezionati commerciali provenienti da altre realtà produttive. La seconda è quella della conservazione in situ, attraverso l’informazione, la formazione e la sensibilizzazione degli attori delle filiere produttive. La sinergia di queste due azioni è il motore per la protezione, la valorizzazione delle risorse genetiche conservate nel passato ed il recupero di quelle ancora presenti nell’ambiente, a vantaggio dei sistemi produttivi (PMI del settore agroalimentare) e di tutto l’agro-ecosistema italiano e della Sardegna.