Il saluto del Rettore

Buonasera! E Benvenuti a tutti voi, ragazze e ragazzi, o meglio dottoresse e dottori della classe 2017-2018!
È per me un grande piacere e un motivo di orgoglio ritrovarci tutti qui, per quello che ormai è diventato un appuntamento immancabile del percorso accademico: forse il più lieto. Per la comunità accademica che rappresento, per le vostre famiglie e per voi; noi, a diverso titolo, vi abbiamo accompagnato a questo traguardo, che voi sancite con un momento di festa e di solennità.
Siate orgogliosi della vostra laurea all’Università di Sassari. La nostra Università non ha niente da invidiare agli altri atenei italiani. In quelli che sono i temi fondamentali siamo al passo con le altre università e in alcuni ambiti, l’internazionalizzazione per esempio, siamo i primi.
Ringrazio voi e le vostre famiglie per la fiducia che, sempre più numerosi, ci accordate. Portando il numero di iscritti e di immatricolati a valori che non si vedevano da almeno un decennio. Noi, da parte nostra, cerchiamo di ripagare questa fiducia investendo perché l’Ateneo sia sempre più competitivo e all’altezza delle vostre aspettative.
Per questo gli organi accademici hanno appena varato un primo piano di investimenti di oltre 5 milioni e mezzo di Euro, che in futuro potranno aumentare. Abbiamo investito sul capitale umano, la didattica innovativa, le infrastrutture materiali e immateriali per la ricerca, l’internazionalizzazione.
Quest’anno apriamo la Scuola Superiore di Sardegna, una scuola in cui migliori studenti di ogni facoltà, avranno l’opportunità di accedere a un percorso formativo ambizioso, stimolante e completamente gratuito.
Questi investimenti sono stati resi possibili da una intelligente e attenta gestione delle nostre risorse e dal reperimento di nuove, che hanno portato il nostro bilancio in un solidissimo attivo, che permette di guardare con serenità al futuro.
Oggi è una giornata di festa e quindi, in questa occasione così solenne e festosa… parliamo del tempo… No: non sono vittima di un colpo di sole. O meglio: è il sole, che ci picchia allegramente sulla testa, le temperature spaventose di questi giorni, a ricordarci che il clima, l’ambiente e la difesa del nostro pianeta sono i temi ineludibili con cui dobbiamo confrontarci immediatamente, per scongiurare devastazioni ulteriori e rischi irreparabili.
Sappiamo bene che nella storia del nostro pianeta le variazioni climatiche anche importanti, glaciazioni, riscaldamento globale, sono avvenute per cause naturali. Ma è la prima volta che, grazie alla scienza, possiamo misurare l’impatto del fattore umano in questi processi: e il progresso delle conoscenze deve renderci più responsabili in tutte le nostre scelte.
Quest’anno abbiamo assistito a un risveglio collettivo sui temi dell’ambiente: come sempre è accaduto nella storia, la spinta è venuta dai giovani, capaci di vedere lontano, di capire quando è in gioco il futuro di tutti e soprattutto il loro. Giovani che non hanno perduto la spinta ideale, e che respingono pressioni e derisioni di uno status quo fatto di vecchi in malafede che li invitano a pensare ad altro, a lasciar perdere, a non buttare il tempo… Il tempo per salvare il pianeta è già scaduto, come da troppi anni ci ricordano scienziati e climatologi. Dobbiamo intervenire adesso o sarà troppo tardi.
È l’ora di smetterla di segare il ramo sui cui siamo seduti: ognuno di noi deve cambiare il proprio modo di stare su questo pianeta, che è l’unico che abbiamo. Per questo da oggi l’Università di Sassari avvia un percorso che eliminerà la plastica usa e getta e incentiverà in prima persona pratiche rispettose dell’ambiente.
Come diceva un grande pensatore italiano morto quasi quattro secoli fa, Tommaso Campanella, la terra è un animale grande e perfetto; noi esseri umani siamo i vermi, i pidocchi che la abitano e la mordono invece di rispettarla.
Una maggiore consapevolezza ambientalistica non può nascere e progredire senza un’adeguata fiducia nella scienza. Le paure del nostro secolo stanno sospingendo le persone verso un nuovo oscurantismo superstizioso, fatto di terrapiattisti, no vax, teorie del complotto. Solo la scuola, l’educazione, la cultura possono fare da argine a sommovimenti d’opinione oscuri quanto manipolabili e potenzialmente pericolosissimi.
La vostra cultura è uno scudo, una difesa contro queste derive. Ma dev’essere anche un’arma: l’arma pacifica con la quale combattere in nome di un futuro migliore per voi e per tutti, con la quale difendere la capacità di restare umani, a fronte di spinte violente e sciagurate a perdere ogni traccia di umanità, a non riconoscere l’altro come fratello.
Viviamo tempi difficili: l’unico modo per superarli è farlo insieme, uniti contro le diseguaglianze, alle quali ogni giorno assistiamo e che in altre parti del pianeta colpiscono con violenza cieca e spaventosa.
Per questo il mio augurio oggi è di usare la vostra intelligenza e la vostra gioventù per un futuro migliore, con meno diseguaglianze, più umano per tutti, in cui tutti possano esprimere al meglio i talenti che hanno ricevuto, come voi avete fatto, splendidamente, nel vostro corso di studio.